Massimo Balestrini dopo molte esposizioni in italia e all’estero, presenta a Lazise presso la Galleria Lazisee, posizionata a due passi dal porto e di fronte alla Dogana Veneta, la sua nuova collezione di opere. La serie “Lie to me” parla di come si possa essere inclini ad accogliere il falso e ad accettarlo come vero e di come spesso siano le persone stesse a desiderare questa mistificazione e a ritenerla più reale del reale. Questo capita nella vita personale, privata e pubblica, nello spettacolo e nella politica. Balestrini spiega come sia affascinato e stupito nel vedere le persone ingannate che nel loro profondo conoscono benissimo la menzogna ma che continuano comunque e nonostante tutto a considerarla come la più grande tra le verità. L’artista rappresenta la contemporaneità dei nostri giorni e le sue opere sono intrise di riferimenti fumettistici e parole onomatopeiche che appaiono come icone colorate incastonate in una rete brulicante di immagini simbiotiche. L’essere umano, così scettico davanti all’eredità ideologica passata al contrario, per contraddizione spesso è estremamente influenzabile dalle nuove “narrazioni” per immagini diffuse dai mass media. L’artista lavora sulla sovrapposizione delle immagini e la loro composizione. Osservando bene un’ opera di Massimo Balestrini si potrà notare che sotto l’immagine principale che compone il suo lavoro esistono ulteriori immagini, messaggi verbali che rimandano al mondo del cinema, dei videogiochi, della street art e della pittura classica e moderna. Lavora sull’assemblaggio delle immagini, rubate, raccolte o richieste anche a fotografi importanti (nelle ultime opere abbiamo quelle di Damiano Dargenio), sulle quali procede con elaborazioni che lo conducono in luoghi immaginifici, così virtuali da diventare reali nella loro complessità di particolari. I dettagli si moltiplicano come in una immagine frattale, ricorsiva, senza limiti. Il critico Valerio Dehò ha definito le opere di Balestrini come “Superimmagini”. A distanza di anni potrete scoprire ancora immagini nascoste nei suoi dipinti. Immagini dalla dimensione microscopica o macroscopica. Immagini in negativo, riflesse, mimetizzate nella trama, in una texture, visibili solo come pattern autogenerati dalla nostra mente in maniera spesso subliminale. Osservare un’ opera di Balestrini è un lavoro di ricerca ed esplorazione. Se inizialmente si può essere attratti dalle figure e dai colori luminosi e accesi, la fase successiva diventa invece quella di esplorazione dell’opera, di ricerca, di analisi e di pensiero. L’osservatore viene accompagnato in modo inconscio nei percorsi dei propri ricordi, delle proprie esperienze visuali e oniriche legate ai rimandi che le migliaia di immagini racchiuse nell’opera provocano alla nostra percezione. Il corpo femminile è spesso protagonista delle sue opere. Pin up, cover girl, sono segni di una sessualità esplosiva ed incontrollata. Figure imponenti ed esplicite, perfettamente riuscite e sensuali, sono ricoperte e immerse in una pluralità di segni che disintegrano ogni riferimento stereotipato alle troppe icone sessuali che riempiono le copertine dei magazine.